A cura di Ali Reza Jalali
L’economia iraniana segna alcuni
segnali di miglioramento negli ultimi mesi, con l’avveno del governo Rohani,
rispetto agli ultimi periodi del governo precedente, diretto da Mahmoud
Ahmadinejad. Gli analisti economici del paese mediorientale prevedono infatti
per l’anno 1393 del calendario iraniano (marzo 2014-marzo 2015) una crescita
del PIL superiore del 3%, a fronte di un anno 1392 conclusosi sostanzialmente
con una stasi, preceduto però da un’annata che aveva segnato un pesante -5%,
record negativo degli ultimi 20 anni.
Anche l’inflazione segna un
miglioramento; infatti, in base ai dati ufficiali si è passati da un pesante
40% su base annua all’attuale situazione: 30%.
Le sanzioni internazionali hanno
avuto un ruolo fondamentale nella crisi economica dell’Iran, crisi appesantita
dalla situazione istituzionale iraniana, segnata da una forte conflittualità
interna che aveva di fatto bloccato il paese per oltre un anno, quando il
governo di Ahmadinejad aveva completamente rotto con gli altri poteri dello
stato, soprattutto col parlamento, nel suo ultimo anno di vita. Infatti, in
base alla forma di governo iraniana, una collaborazione tra esecutivo e
parlamento è necessaria per portare avanti un programma in modo positivo. Con
il governo Rohani si sono ristabiliti e riequilibrati i legami tra governo e potere
legislativo. Non a caso l’attuale esecutivo è il frutto di larghe intese, che
ha portato alla formazione di un governo di grande coalizione tra varie anime
della politica iraniana.
Tutto ciò sembra aver avuto un
impatto positivo sull’economia iraniana, in forte difficoltà ultimamente. Nel
periodo 2012-2013 l’Iran è stato l’unico paese mediorientale ad avere una forte
recessione. In base al programma di sviluppo quinquennale della Repubblica
Islamica, il governo deve impegnarsi per promuovere una crescita annua del PIL
intorno all’8%. Ciò pero, negli ultimi 5 anni non è mai avvenuto e il record
rimane, sempre secondo i dati forniti da quello che possiamo definire l’ISTAT
dell’Iran, il +6% registrato nel periodo 2010-11, prima che ci fosse l’appesantimento
delle sanzioni internazionali.
Il governo iraniano quindi cerca
di promuovere una politica di crescita, giocando anche sul fattore psicologico.
Non a caso recentemente, come riferisce l’agenzia ADN-Kronos, riprendendo una notizia
lanciata dalle agenzie iraniane, il presidente Rohani ha affermato che ci sono “segnali
tangibili” che l'Iran sta “uscendo” dalla recessione economica; in un incontro
a Tehran con i manager delle banche pubbliche e private della Repubblica
Islamica, Rohani ha aggiunto che ci sono segnali “molto promettenti” . “E'
evidente - ha aggiunto - che il paese sta vivendo una fase di crescita
economica e che gradualmente sta uscendo dalla recessione”.
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