lunedì 11 maggio 2015

"I tempi ultimi nelle fonti tradizionali"


CENTRO STUDI INTERNAZIONALE "DIMORE DELLA SAPIENZA"
 
Sabato 30 maggio 2015 a Brescia, alle ore 16, si terrà la conferenza dal titolo "I tempi ultimi nelle fonti tradizionali" (SALA CIRCOSCRIZIONALE, VIA PASQUALI 5). 
 
INTERVERRANNO
 
ALI REZA JALALI
 
PAOLO RADA
 
CLAUDIO MUTTI

ABBAS DI PALMA
 

sabato 9 maggio 2015

Russia “occidentale” o eurasiatica? Nota alla lettera di Berlusconi al Corriere

Ali Reza Jalali
Viste le innumerevoli tensioni accumulate negli ultimi anni tra l’Occidente e la Russia, giunte alla loro apoteosi con la crisi ucraina, i leader occidentali hanno deciso di boicottare la parata militare e le cerimonie commemorative per la fine della seconda guerra mondiale sul suolo europeo del 9 maggio a Mosca. Il tutto è abbastanza clamoroso e senza precedenti negli ultimi anni, visto che almeno in linea teorica questi festeggiamenti riguardano la vittoria sul nazi-fascismo, per cui sono tutto sommato una grande occasione per ribadire, dal punto di vista dell’Occidente liberal-democratico, il trionfo dei valori del diritto-umanismo sul razzismo e sulle barbarie.
L’assenza dei leader del “mondo libero” a Mosca però segna il fatto importante che le relazioni con la Russia di Putin si sono incrinate a tal punto da giustificare il boicottaggio di un evento simbolico di notevole importanza per delle nazioni che, per difendere i valori che hanno trionfato sulla Germania nazista, sono disposte spesso anche a impugnare le armi e a causare una quantità innumerevole di morti, anche in epoche più recenti, in spregio al diritto internazionale, come nel caso dell’Iraq e della Jugoslavia.
Proprio per questo Silvio Berlusconi si è sentito in dovere di scrivere una epistola al direttore del Corriere della Sera, lettera pubblicata recentemente (http://www.corriere.it/esteri/15_maggio_09/berlusconi-l-occidente-l-errore-voler-isolare-russia-putin-23f5b560-f617-11e4-a548-cd8c68774c64.shtml). In questo testo Berlusconi, vecchio amico di Putin, sottolinea come l’assenza dei leader occidentali alle celebrazioni a Mosca per il settantesimo anniversario della Seconda guerra mondiale è la dimostrazione di una miopia dell’Occidente che lascia amareggiato chi, come l’ex presidente del Consiglio “ha operato incessantemente per riportare la Russia, dopo decenni di Guerra fredda, a far parte dell’Occidente”. “Quella tribuna sulla piazza Rossa – continua Berlusconi – sulla quale di fianco a Putin siederanno il Presidente cinese, il Presidente indiano, gli altri leader dell’Asia, non certificherà l’isolamento della Russia, certificherà il fallimento dell’Occidente.”
E ancora: “Davvero pensiamo, dopo decenni di guerra fredda, che sia una prospettiva strategica lucida quella di costringere la Russia ad isolarsi? Costringerla a scegliere l’Asia e non l’Europa?” Le affermazioni di Berlusconi sembrano evidentemente quelle di uno statista responsabile che tiene a ribadire l’importanza strategica di mantenere per l’Occidente delle relazioni amichevoli con la Russia; ciò è evidentemente legittimo, e per chi auspica, come chi scrive, l’edificazione di un ordine mondiale più giusto e multipolare, sacrosanto. Ma i problemi sorgono, proprio per chi abbia a cuore le sorti del mondo in senso multi-lateralista, se si sottolineano gli obiettivi che Berlusconi, e i (neo)conservatori alla Berlusconi (o alla Tea Party), vuole raggiungere con questi toni apparentemente filorussi. Ed è qui che le nostre posizioni si divaricano profondamente.
Nella lettera scritta al Corriere l’ex presidente del Consiglio sottolinea infatti come l’impegno occidentale dovrebbe essere quello di una Russia integrata nel sistema occidentale, in prospettiva di un migliore bilanciamento dello sforzo che sta portando avanti l’Europa, in combinazione con gli USA, per rallentare la crescita delle potenze asiatiche ed orientali. In pratica, Berlusconi, quando afferma che la Russia dovrebbe far parte dell’Occidente, e con tono preoccupato dice che la Russia oggi, per via della miopia della leadership occidentale, sta scegliendo l’Asia e non l’Occidente, esterna con veemenza l’idea huntingtoniana dello scontro di civiltà tra Occidente e Oriente, tra quel famigerato asse occidentale e il mondo asiatico (sino-islamico) di cui parlava il politologo americano, in cui la Russia è, per via della sua scelta occidentalista, di fatto neutralizzata e normalizzata.
E’ ovvio che chi scrive non ha la pretesa di vedere una Russia asiatica, che sarebbe anche innaturale vista la storia e la cultura del gigante russo, ma voler “occidentalizzare” Mosca equivarrebbe ugualmente a una forzatura, visto che l’identità russa è e rimane a cavallo dei due mondi, un paese europeo per gli asiatici e parzialmente straniero per gli occidentali. Chi vuole promuovere un mondo di pace e stabilità, non può chiedere alle nazioni di negare e sopprimere la propria identità storica, non possiamo chiedere alla Francia di islamizzarsi o al mondo musulmano di occidentalizzarsi tout court, così come non possiamo imporre, perché oltre le parole sdolcinate questo è quello che si vuole fare, l’occidentalizzazione alla Russia, nemmeno forse per allearcisi contro le barbarie orientali, ma solo per neutralizzare la sua volontà di potenza, visto che, tutto sommato, l’occidentalizzazione dei costumi ha come principale conseguenza la mortificazione del sentimento patriottico e porta ad una progressiva pacificazione della società, la quale piano piano inizia a preferire un modello sociale improntato al consumismo e quindi al rilassamento dei costumi che non a inculcare alla gioventù valori che possano promuovere il progresso etico della comunità, come d’altronde spiegava anche Fukuyama nel suo saggio sulla fine della Storia.
Insomma, l’appello di Silvio Berlusconi non è finalizzato necessariamente alla promozione del cosiddetto multipolarismo, ma semplicemente ad una valutazione pragmatica occidentalista, ovvero alla constatazione che nello scontro geopolitico e di civiltà con le “barbarie orientali”, è meglio avere una Russia filo-occidentale, meglio ancora se neutralizzata dall’interno dal punto di vista culturale, che non una Russia asiatica. Nello scontro di civiltà in atto tra Occidente e Oriente, scontro che maschera la natura geopolitica della diatriba, così come la guerra fredda la mascherava ideologicamente, c'è chi vorrebbe una Russia alleata dell'Occidente, non però per disinnescare lo scontro, ma per vincere la guerra contro l'Oriente. Io vorrei invece disinnescare lo scontro, è molto diverso...

giovedì 7 maggio 2015

EUROPA E MEDIO ORIENTE (1973-1993). Convegno internazionale all’Università di Bari



L'intervento di Ali Reza Jalali, Direttore dipartimentale e Presidente Ce.S.I.Di.S.
 

 

Lo scorso 4 maggio 2015 si è svolto presso l’aula Starace del Dipartimento di Scienze politiche dell’Università degli Studi “Aldo Moro” di Bari, il convegno internazionale EUROPA E MEDIO ORIENTE (1973-1993). All’importante iniziativa promossa dall’ateneo pugliese con la collaborazione di diversi enti e anche con l’inserimento da parte della Commissione europea dell’evento all’interno delle varie attività per le celebrazioni del giorno europeo o festa dell'Europa che si celebra il 9 maggio di ogni anno, hanno partecipato con varie relazioni concernenti il tema dell’incontro molti studiosi e accademici italiani e stranieri. L’evento è stato suddiviso in un panel mattutino e due panel pomeridiani, dove sono emersi molteplici aspetti e una analisi multidisciplinare dei controversi rapporti tra l’Europa e l’area mediorientale lungo il ventennio preso in considerazione, dalla guerra dello Yom Kippur agli accordi di Oslo.

Per la lista degli interventi e gli argomenti trattati vedi http://dirittopubblicoislam.blogspot.it/2015/04/europa-e-medio-oriente-1973-1993.html

Inoltre, ha tenuto uno relazione sulla dottrina dello Stato del pensatore iraniano Ali Shariati, il Direttore del Dipartimento di Studi giuridici, politici ed economici del Centro Studi Internazionale “Dimore della Sapienza”, il dott. Ali Reza Jalali. Le relazioni saranno raccolte in un volume curato da Luciano Monzali, Rosario Milano e Gianvito Galasso, della cattedra di Storia delle relazioni internazionali del Dipartimento di Scienze politiche dell’Università di Bari.

EUROPE AND MIDDLE EAST (1973-1993). International conference at Bari University (Italy)
 
 
 

On May 4, 2015 was held at the Aula Starace of the Department of Political Science of the University "Aldo Moro" of Bari, the international conference EUROPE AND MIDDLE EAST (1973-1993). The important initiative promoted by the University of Puglia Region in collaboration with various organizations and also with the inclusion by the European Commission of this event in the various activities to celebrate the Europe Day which is celebrated on 9 May each year, was attended by various reports relating to the theme of the conference by many scholars and academics, Italians and foreigners. The event was divided into various panels, from which emerged many aspects and a multidisciplinary analysis of the controversial relations between Europe and the Middle East region along the two decades considered, between the Yom Kippur War and the Oslo agreements.




For the list of speakers and topics see http://dirittopubblicoislam.blogspot.it/2015/04/europa-e-medio-oriente-1973-1993.html

In addition Ali Reza Jalali, the Director of the Department of Law, Politics and Economy of “House of Wisdom” International Study Centre, was held a report on the doctrine of the state of the Iranian thinker Ali Shariati,. The reports will be collected in a book edited by Luciano Monzali, Rosario Milano and Gianvito Galasso, experts of History of International Relations of the Department of Political Science, University of -Bari.