mercoledì 5 febbraio 2020

Iran al bivio: elezioni legislative alle porte





Il prossimo 21 febbraio in Iran si terranno le elezioni per il rinnovo del Majles, l’organo legislativo della Repubblica Islamica. Formato da 290 membri, il Parlamento iraniano, oltre che detenere il compito di emanare le norme ordinarie dello Stato, ha la delicata missione di supervisionare le attività dell’esecutivo e se necessario, di mettere in stato d’accusa il Presidente della Repubblica e promuovere la sfiducia dei Ministri.

La legislatura in dirittura d’arrivo si è caratterizzata - secondo molti commentatori – per una certa connivenza con il governo Rohani; Ali Larijani, Presidente dell’organo legislativo, è stato infatti accusato più volte di essere diventato un elemento al servizio del governo, non adempiendo correttamente al ruolo assegnatoli dalla Costituzione come severo arbitro dell’attività governativa.

Non a caso i problemi economici a cui è soggetto il paese mediorientale da qualche anno derivano in parte dal fatto che se da un lato Rohani non è riuscito a mettere in atto le riforme promesse nel 2013, anno della sua entrata in carica, d’altro canto nemmeno il Parlamento, soprattutto in questi ultimi anni, ha cercato di correggere l’operato dell’esecutivo attraverso una legiferazione oculata o una supervisione minuziosa dell’attività presidenziale e ministeriale.

Rohani e Larijani, due dei principali esponenti di quella corrente centrista e moderata che ha guidato la politica interna ed estera iraniana negli ultimi anni, a parte le questioni inerenti la sicurezza nazionale e la politica militare, sotto il diretto controllo dei conservatori e soprattutto della Guida della Rivoluzione, venerdì 21 febbraio si troveranno davanti a un vero e proprio referendum sulla propria coalizione.

In una certa misura infatti gli iraniani saranno chiamati a scegliere tra alcune opzioni differenti: da un lato la continuità con la gestione attuale che ha promesso moderazione in politica interna ed estera, ma che ha anche portato il paese dopo diversi anni ad una inflazione del 50 percento e a una crescita economica fortemente negativa, con una forte svalutazione della moneta nazionale. Oggi in Iran, il ceto medio e la piccola borghesia si trovano a dover affrontare un paradosso; i dirigenti politici da loro sostenuti hanno limitato con le proprie politiche inconsistenti il potenziale economico di chi in teoria dovrebbe promuovere la produzione industriale, commerciale ed intellettuale del paese.

La seconda opzione è quella tradizionalista, legata ad una visione intransigente rispetto ai valori della Rivoluzione del 1979. I sostenitori di quest’ultima coalizione sono nel complesso minoritari a livello numerico, ma a differenza dei loro antagonisti moderati, sono fortemente militanti, nel senso che per loro ogni tornata elettorale assomiglia a una battaglia contro i “traditori” della causa khomeinista.

I moderati non sempre si recano alle urne: quando lo fanno, a parte qualche eccezione, promuovono la vittoria dei vari Rohani e Larijani.

Non a caso uno dei temi caldi delle prossime elezioni politiche è l’affluenza alle urne. Da settimane ormai sui social network la piccola borghesia iraniana promuove il boicottaggio delle elezioni, in segno di protesta contro i conservatori e la Guida, accusati di essere dei dittatori e di non avere a cuore le sorti dei cittadini iraniani. Uno dei temi più invocati è poi l’abbattimento dell’aereo civile ucraino; infatti secondo la base elettorale dei moderati, la fazione radicale che detiene il comando delle forze armate, avrebbe in un primo momento mentito di proposito riguardo alle cause dell’incidente, e solo per via delle pressioni internazionali i leader iraniani sarebbero stati costretti a dire la verità, ovvero che sono stati i Pasdaran, per sbaglio, a colpire il velivolo.  

La decisione di boicottare le elezioni poi deriva anche dalla profonda delusione per gli anni del governo Rohani, il quale aveva promesso profondi cambiamenti: l’unica cosa che quest’ultimo ha ottenuto, come detto prima, è stata una inflazione fuori dal comune e un’ulteriore radicalizzazione dello scontro con l’occidente, anche per via della salita al potere di Trump negli USA.

In ogni caso il risultato che ne consegue potrebbe essere la massiccia astensione dei sostenitori dell’ala moderata della Repubblica Islamica; se ciò fosse confermato il 21 febbraio, si spalancherebbero le porte del Parlamento per i conservatori. Anche se non bisogna dimenticare una cosa importante: nelle ultime tornate elettorali i radicali hanno sofferto molto per la mancanza di un leader carismatico. Non a caso dalla fine del governo Ahmadinjad i centristi, in coalizione con i riformatori e i reduci del fronte pro-Musavi del 2009, hanno trionfato in quasi tutte le tornate, soprattutto nella capitale.

Da allora due contese presidenziali e una elezione legislativa ha visto prevalere la coalizione Rohani-Larijani, soprattutto per l’incapacità dei conservatori radicali nel gestire l’era post-Ahmadinejad.

Con l’esclusione di quest’ultimo dalla vita politica del paese per via dei crescenti attriti tra l’ex Presidente e la Guida della Rivoluzione, i conservatori hanno fatto molta fatica a trovare un capo carismatico che potesse avere nel contempo due caratteristiche: essere un fedelissimo della Guida e attirare le simpatie popolari, quanto meno dei ceti medio bassi.

Solo se la fazione intransigente riuscirà a colmare questo vuoto l’esito elettorale potrà essere a loro favore, in caso contrario o ci sarà una vittoria mutilata (motivata dall’assenteismo dei rivali e non per meriti propri, vittoria che potrebbe essere politicamente delegittimante, per via della bassa presenza alle urne), oppure avverrà quello che è accaduto dal 2013, ovvero la massiccia presenza in extremis della borghesia alle urne elettorali, motivata dal solito leitmotiv: tra i due mali (rivoluzionari intransigenti vs. pragmatici), meglio scegliere quello minore.         

lunedì 28 maggio 2018

Onida: la scelta di Mattarella? Impropria

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Valerio Onida è professore emerito di Diritto Costituzionale alla Statale di Milano e nel 2004-2005 è stato presidente della Corte Costituzionale. Di seguito l'intervista rilasciata ai microfoni di Class Cnbc.

Domanda. Professor Onida, il primo partito del Paese, il M5S, già invoca l’impeachment per Mattarella: c’è il rischio di uno scontro istituzionale?

Risposta. L’articolo 90 della Costituzione prevede che nei casi di alto tradimento o attentato alla Costituzione il presidente della Repubblica possa essere messo in stato d’accusa dal Parlamento in seduta comune a maggioranza assoluta dei suoi membri. In questo caso non siamo di fronte a una possibilità concreta di messa in stato d’accusa. Il presidente Mattarella ha esercitato al limite delle sue prerogative uno dei suoi poteri, arrivando a interpretazioni della Costituzione che secondo me non sono giuste. Ciò detto non parlerei di messa in stato d’accusa, non è questa l’ipotesi in campo.


D. E dunque come giudica il comportamento di Mattarella?
R. La scelta di Mattarella di impedire la formazione di un governo dopo una lunga trattativa tra i due partiti mi ha sorpreso, mi sembra abbastanza impropria. Nel nostro sistema la formazione dei governi dipende essenzialmente dalla presenza o meno di una maggioranza in Parlamento. Il governo non è una dipendenza del capo dello Stato, bensì una dipendenza del suo Parlamento, della sua maggioranza. Non dare vita a un governo per la presenza di una persona e le possibili idee politiche che potrebbe portare avanti, mi sembra andare al di là di ciò che dice la Costituzione quando parla della formazione di governo.

D. Poteva o non poteva Mattarella rispedire al mittente la proposta di Savona come ministro dell’Economia e delle Finanze?

R. Sul piano strettamente giuridico può dire “io non firmo”. Ma guardiamo alla logica del sistema: il presidente della Repubblica ha fatto un lungo giro di consultazioni per verificare l’esistenza di una maggioranza. Alla fine la maggioranza è emersa: i suoi esponenti hanno concordato una certa ipotesi di governo, invocando rigidamente la necessità di nominare Savona. Di fronte a questo il capo dello Stato si è opposto per ragioni politiche, non personali. A mio parere Mattarella è andato contro l’idea che il nostro sistema è un sistema parlamentare. Se Mattarella avesse avuto obiezioni in merito al programma di governo, avrebbe potuto farlo presente, rilevando aspetti di incostituzionalità. Ma non si è opposto per nulla al contratto di governo. Si è opposto solo a una persona, temendo che potesse mettere in pericolo la stabilità dei mercati finanziari, e la difesa dei risparmiatori.

D. E non è corretto?

R. Così facendo si dà ai creditori dello Stato un potere immenso, che va al di là delle obbligazioni di un debitore. Un debitore non può diventare così politicamente asservito da accettare ingerenza sulla maggioranza. In questo caso mi sembra sia andato un po’ troppo oltre.

D. Che poteri potrebbe avere un esecutivo Cottarelli che non ottenga la fiducia delle Camere?

R. Cottarelli potrebbe sbrigare gli affari correnti. Sarebbe però più corretto fare subito nuove elezioni. Immaginare che si possa governare con un governo che non ha la maggioranza, contro una maggioranza alla quale si è impedito di formare un esecutivo, mi sembrerebbe veramente troppo. Bisogna andare immediatamente a votare. Non capisco perché, in presenza di una crisi istituzionale, di grave sbandamento nel Paese, non si possa andare a votare ad agosto. Andiamo a votare subito: dobbiamo richiamare i cittadini alle loro responsabilità. 

 https://www.milanofinanza.it/news/onida-la-scelta-di-mattarella-impropria-201805281158436302

venerdì 7 luglio 2017

Ali Reza Jalali - Curriculum Vitae

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Ali Reza Jalali was born in Italy on January 20, 1985.
 

In 2013 he started his PhD (Constitutional Law) at the University of Verona (Italy) and in May 2016 he successfully discussed a PhD dissertation on the role of Islamic law in the constitutions of Muslim countries. 
In June 2016 he moved to Iran continuing his academic career as Adjunt Professor at Islamic Azad University and Payam Nour University of Shahrud and Damghan, in Semnan Province.


He is author of numerous scientific articles published in Italian and foreign magazines and sites. He has written some books on issues related to public law and political science, mainly on the topic of the relationship between religion and State. He is also interested in international relations with particular attention to the Middle East. Bildergebnis für ali reza jalali

He has been interviewed on these issues by some of the most important Italian and foreign newspapers. He has held lectures at scientific or university conferences in Italy and abroad. 
He is also active as a legal and commercial consultant at some companies dealing between Iran and Italy. He is a translator, both written and oral, from Persian to Italian and vice versa. 
He is editor at Eurasia. Journal of Geopolitical Studies, president of the International Studies Center Dimore della Sapienza, as well as responsible for the department of legal and political studies of the same institution, and researcher at the Eurasia-Mediterranean Study Center (CESEM). 
Contacts: 
Phone, From Europe: 00989360957046 From Iran: 09360957046 
E-mail: alirezajalali1@yahoo.it

giovedì 6 luglio 2017

رزومه علیرضا جلالی



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علیرضا جلالی در تاریخ 30 دی 1363 در کشور ایتالیا متولد شده است. در سالهای 1388 و 1390 مدارک کارشناسی و کارشناسی ارشد خود را در رشته حقوق از دانشگاه شهر برشا ایتالیا کسب کرده و در سال 1395 با کسب مدرک دکتری حقوق اساسی تحصیلات خود را تکمیل کرده می باشد (از دانشگاه ورونا ایتالیا).

پایان نامه ارشد وی در امر ولایت فقیه در تشیع و قانون اساسی ایران و رساله دکتری وی در باب تاثیر شریعت بر قوانین اساسی کشورهای اسلامی بوده اند.

در تابستان 1395 به ایران آمده و مشغول به تدریس بعنوان مدرس مدعو در دانشگاه های استان سمنان شده، مانند دانشگاه آزاد اسلامی شاهرود و دامغان، و همچنین در دانشگاه پیام نور دو شهر مذکور.

از بهمن ماه سال 1396 عضو هیئت علمی دانشگاه دولتی دامغان (دانشگاه دامغان) شده است، با سمت استادیار حقوق عمومی. با دانشگاه دولتی سمنان (دانشگاه سمنان) نیز همکاری می کند. 

نویسنده چندین مقاله علمی، پژوهشی و ترویجی در نشریات بین المللی می باشد، و همچنین نویسنده و مترجم چند جلد کتاب در باب مسائل مختلف، خصوصا رابطه دین و حوزه عمومی می باشد.

چندین نشریه، تلوزیون و روزنامه بین المللی با وی مصاحبه کرده اند و همچنین او بعنوان سخنران در چندین همایش شرکت کرده است.

تجربه مشاوره حقوقی و تجاری در امر تجارت بین ایتالیا و ایران را دارد و ترجمه شفاهی و کتبی را هم انجام می دهد.
عضو هیئت تحریریه چندین نشریه، مسئول چندین موسسه علمی و پژوهشگری فعال در امر مطالعات جهان اسلام و غرب می باشد.

تماس ها

تلفن 09360957046
پست الکترونیک

alirezajalali1@yahoo.it

domenica 25 giugno 2017

Curriculum vitae di Ali Reza Jalali

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Ali Reza Jalali è nato a Perugia il 20 gennaio 1985. E' cresciuto a Brescia dove ha frequentato il liceo scientifico Isaac Newton conseguendo il diploma di scuola superiore. Nel 2011 ha conseguito la laurea specialistica in giurisprudenza (dopo aver conseguito la laurea breve in scienze giuridiche nel 2009) presso l'Università degli Studi di Brescia, discutendo una tesi sulla forma di governo iraniana.

Nel 2013 ha iniziato il dottorato di ricerca presso l'Università degli Studi di Verona e nel maggio 2016 ha discusso, con esito positivo, una tesi di dottorato sul ruolo della legge islamica nelle costituzioni dei paesi musulmani, potendosi cosi fregiare del titolo di dottore di ricerca (Ph. D.) in Diritto costituzionale. 

Nell'estate del 2016 si è trasferito in Iran proseguendo la sua carriera accademica; è stato titolare di alcune docenze a contratto presso atenei pubblici (Payam Nour University) e privati (Islamic Azad University) della regione di Semnan (presso le città di Shahrud e Damghan), provincia a 250 km a est di Teheran.

Dal gennaio 2018 è Ricercatore universitario di ruolo in Diritto pubblico presso il Dipartimento di Giurisprudenza della Facoltà di Scienze Umanistiche dell'Università Statale di Damghan.
 

E' autore di numerevoli articoli scientifici e a carattere divulgativo pubblicati su riviste e siti italiani e stranieri. Ha scritto alcuni libri su temi riguardanti il diritto pubblico e le scienze politiche, principalmente sul tema del rapporto tra la religione e lo spazio pubblico. Si interessa anche di relazioni internazionali con particolare attenzione all'area mediorientale. 

E' stato intervistato su questi temi da alcune delle più importanti testate giornalistiche italiane e straniere. Ha tenuto relazioni presso conferenze scientifiche o universitarie e a carattere divulgativo in Italia e all'estero.

E' attivo anche come consulente legale e commerciale presso alcune aziende che si occupano di commercio bilaterale tra Iran e Italia. E' traduttore, sia scritto che orale, dal persiano all'italiano e viceversa.

E' redattore presso Eurasia. Rivista di studi geopolitici, testata scientifica accreditata presso il MIUR, presidente del Centro Studi Internazionale Dimore della Sapienza, nonchè responsabile del dipartimento di studi giuridici e politici del medesimo ente, ricercatore presso il Centro Studi Eurasia-Mediterraneo (CESEM). 

Contatti:

Telefono,
Dall'Europa: 00989360957046
Dall'Iran: 09360957046

E-mail: alirezajalali1@yahoo.it

lunedì 27 febbraio 2017

Diritto Pubblico, Scienze Politiche, Islam Raccolta di Saggi. Volume 1., Irfan Edizioni, 2017, a cura di Ali Reza Jalali

Diritto Pubblico, Scienze Politiche, Islam Raccolta di Saggi. Volume 1., Irfan Edizioni, 2017, a cura di Ali Reza Jalali

Diritto Pubblico, Scienze Politiche, Islam Raccolta di Saggi. Volume 1., Irfan Edizioni, 2017, a cura di Ali Reza Jalali.
Nuova pubblicazione a cura del Dipartimento di Studi giuridici, politici ed economici del Centro Studi Internazionale Dimore della Sapienza. Per ogni informazione e per prenotazioni contattare l'Editore tramite il sito internet di Irfan Edizioni. 

lunedì 16 maggio 2016

"Islam, politica, diritto". Nuovo blog del Dipartimento di Studi giuridici, politici ed economici del Centro Studi Internazionale Dimore della Sapienza


Si informano i gentili lettori del blog che d'ora in avanti gli aggiornamenti potranno essere seguiti solo ed esclusivamente su un nuovo sito: https://islampoliticadiritto.wordpress.com/
 
 

 

 
 

"Islam, politica, diritto"

Blog del Dipartimento di Studi giuridici, politici ed economici del Centro Studi Internazionale Dimore della Sapienza. Direttore: Ali Reza Jalali (Ph.D.), Dottore di ricerca in Diritto costituzionale presso l'Università di Verona (2016, titolo tesi: "Islam, Costituzione, diritti umani. Il peso della sharia sugli ordinamenti costituzionali"