domenica 1 giugno 2014

Belgio, arrestato in Francia presunto attentatore museo ebraico. Era un reduce dal jihad in Siria



Ali Reza Jalali
 
Sarà banale ribadirlo, ma l'avevo detto. Il crimine commesso da un "francese" di origine araba in Belgio, almeno così come la vicenda è stata presentata dai principali media, vedi ad esempio l'articolo su "La Repubblica" (1), dimostra che le mie preoccupazioni degli ultimi anni non erano poi così superficiali.

Ho passato gli ultimi anni a denunciare il sostengo, diretto o indiretto che fosse, della ribellione in Siria da parte dei governi europei. La preoccupazione più grande era quella riconducibile all'incredibile libertà che avevano avuto gli integralisti islamici in Europa, ad organizzare reti clandestine di reclutamento per la Siria, dove i jihadisti nostrani andavano a combattere in nome della loro fede, contro il governo siriano, giudicato eretico in quanto il presidente della Repubblica siriana, Bashar Assad, è un alawita (ramo dell'Islam sciita), ovvero appartenente ad una minoranza musulmana, giudicata dagli integralisti come setta ereticale.

Avevo lanciato l'allarme più volte, bastava farsi un giro nelle cosiddette moschee in Italia, per capire che aria tirava e quanto fosse profondo l'odio di una parte consistente degli islamici per Assad. Le autorità avevano il dovere di vigilare, ma spesso, per via della presa di posizione contraria al regime siriano da parte dell'UE, presa di posizione irrazionale, considerando che l'alternativa ad Assad non è mai stata la democrazia, ma l'integralismo islamico, responsabile di crimini inimmaginabili in tutto il Medio Oriente contro i cristiani, ma non solo, c’è stata una clamorosa negligenza, che ha portato alla fine a quello che temevo, ovvero che una volta ridimensionata la spinta dei jihadisti europei in Siria, questi avrebbero fatto ritorno qui, a continuare il proprio jihad, stavolta non più contro gli eretici e gli infedeli del Medio Oriente, ma contro gli infedeli occidentali, ebrei o cristiani che siano.

Infatti il presunto attentatore di Bruxelles, era un miliziano in Siria, combattente anti-Assad, a quanto pare, da poco rientrato dal Medio Oriente. Non è la prima volta che ci sono notizie di combattenti europei in Siria; proprio l’anno scorso, esattamente a giugno, riportavo quanto segue:

“Un sito di recente ha riportato la vicenda in questi termini: “Dimitri Bontinck è un ex militare belga di 38 anni. Lo scorso maggio ha lasciato Anversa per cercar di ritrovare Jojoen, il figlio 18enne scomparso tra le nebbie del conflitto siriano. A 15 anni (Jojoen) incontra una ragazza marocchina musulmana che gli passa qualche spinello e se lo porta in moschea. Sembrano le solite cose da ragazzini, ma in moschea Jojoen incontra un gruppo di fanatici. Da quel momento lo vediamo cambiare sotto i nostri occhi (è il padre che racconta).” Alla domanda del giornalista de “Il Giornale”, che chiede al padre del ragazzo belga convertitosi all’islam salafita e radicale, come egli abbia raggiunto la Siria per adempiere a questa sorta di obbligo religioso, troviamo la seguente risposta: “Mi racconta che vuole studiare l’islam e l’arabo in Egitto e io scemo gli mollo i soldi. A marzo sento di un ragazzo andato a combattere in Siria e mi si accende una lampadina. Allora cerco su internet tutte le foto di stranieri passati con i ribelli siriani fino a quando non lo trovo.” E’ chiaro ed evidente che atteggiamenti del genere non sono solo una minaccia per i paesi mediorientali, che sono direttamente coinvolti in queste guerre, ma anche per l’Europa, dove si trovano potenzialmente molti “Jojoen”.” (2)

E ancora:

“Recentemente anche l’Italia ha dovuto scoprirsi paese di origine di un integralista islamico andato a combattere contro il governo, il popolo e l’esercito siriano. Giuliano Delnevo infatti, è morto in Siria qualche giorno fa, ucciso presumibilmente dalle forze governative siriane. Egli era originario della Liguria e, secondo alcuni, era un assiduo frequentatore di siti internet e forum collegati all’estremismo islamico e al salafismo. Inquietante il fatto che la principale organizzazione dei musulmani in Italia, l’UCOII, abbia definito Delnevo un “caduto”. Ora la magistratura sta indagando. Su un sito leggiamo quanto segue sulla vicenda: “Giuliano Delnevo era anche un reclutatore. È questa l’ipotesi di reato formulata dalla procura di Genova nei confronti del 24enne morto in Siria affianco ai ribelli che combattono contro Assad. Secondo le indagini, infatti, il giovane sarebbe riuscito a convincere 3 maghrebini e un italiano anche lui convertito all’Islam. Delnevo, secondo quanto appreso, compiva opera di reclutamento utilizzando anche le prediche sul web e attraverso un blog. Per tutti gli indagati i reati ipotizzati sono gli stessi di Delnevo. Le indagini coordinate dai pm distrettuali Silvio Franz e Nicola Piacente sono affidate alla sezione terrorismo della digos di Genova”.” (3)

Ovviamente la situazione può anche degenerare, è bene stare in guardia e ora nessuno ha più scuse, visto la gravità del fatto. Da un lato c’è da sperare che i jihadisti europei in Siria vengano fermati dalle autorità siriane stesse, che hanno dimostrato negli ultimi anni molta serietà nella lotta al cosiddetto terrorismo islamico, almeno così lo chiamavano dopo l’11 settembre; per il resto, nel malaugurato caso che ci fosse un rientro in Europa dei jihadisti, l’auspicio è che possano terminare le negligenze. Un duro colpo deve essere sferrato all’integralismo islamico, a cominciare dai centri di reclutamento, che spesso vedono un ruolo importante proprio negli imam operativi in Europa, che attraverso le (presunte) moschee, adescano estremisti per mandare in operazioni terroristiche in giro per il mondo. La Siria in ciò ha fatto e sta facendo il suo dovere, speriamo che anche in Europa le autorità si sveglino e fermino questi pazzi, nemici dell’occidente, ma anche dell’Islam (4).

 

 

1-      http://www.repubblica.it/esteri/2014/06/01/news/bruxelles_attentato_a_museo_ebraico_arrestato_sospetto_autore-87790230/ -  Mehdi Nemmouche, 29 anni, è stato fermato venerdì alla stazione ferroviaria marsigliese di Saint-Charles. Nel suo bagaglio un fucile Kalashnikov e una pistola dello stesso tipo di quella utilizzata nell'attentato del 24 maggio al Museo ebraico a Bruxelles, nel quale sono morte quattro persone.


3-      Ibidem  

4-      E’ bene ricordare che la maggioranza assoluta delle vittime del fondamentalismo islamico sono persone di religione musulmana, uccise quotidianamente negli attentati in Medio Oriente e altre zone.

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