sabato 31 maggio 2014

Rohani: “Segnali tangibili di crescita economica”


 

 

 

A cura di Ali Reza Jalali

 

L’economia iraniana segna alcuni segnali di miglioramento negli ultimi mesi, con l’avveno del governo Rohani, rispetto agli ultimi periodi del governo precedente, diretto da Mahmoud Ahmadinejad. Gli analisti economici del paese mediorientale prevedono infatti per l’anno 1393 del calendario iraniano (marzo 2014-marzo 2015) una crescita del PIL superiore del 3%, a fronte di un anno 1392 conclusosi sostanzialmente con una stasi, preceduto però da un’annata che aveva segnato un pesante -5%, record negativo degli ultimi 20 anni.

Anche l’inflazione segna un miglioramento; infatti, in base ai dati ufficiali si è passati da un pesante 40% su base annua all’attuale situazione: 30%.

Le sanzioni internazionali hanno avuto un ruolo fondamentale nella crisi economica dell’Iran, crisi appesantita dalla situazione istituzionale iraniana, segnata da una forte conflittualità interna che aveva di fatto bloccato il paese per oltre un anno, quando il governo di Ahmadinejad aveva completamente rotto con gli altri poteri dello stato, soprattutto col parlamento, nel suo ultimo anno di vita. Infatti, in base alla forma di governo iraniana, una collaborazione tra esecutivo e parlamento è necessaria per portare avanti un programma in modo positivo. Con il governo Rohani si sono ristabiliti e riequilibrati i legami tra governo e potere legislativo. Non a caso l’attuale esecutivo è il frutto di larghe intese, che ha portato alla formazione di un governo di grande coalizione tra varie anime della politica iraniana.

Tutto ciò sembra aver avuto un impatto positivo sull’economia iraniana, in forte difficoltà ultimamente. Nel periodo 2012-2013 l’Iran è stato l’unico paese mediorientale ad avere una forte recessione. In base al programma di sviluppo quinquennale della Repubblica Islamica, il governo deve impegnarsi per promuovere una crescita annua del PIL intorno all’8%. Ciò pero, negli ultimi 5 anni non è mai avvenuto e il record rimane, sempre secondo i dati forniti da quello che possiamo definire l’ISTAT dell’Iran, il +6% registrato nel periodo 2010-11, prima che ci fosse l’appesantimento delle sanzioni internazionali.

Il governo iraniano quindi cerca di promuovere una politica di crescita, giocando anche sul fattore psicologico. Non a caso recentemente, come riferisce l’agenzia ADN-Kronos, riprendendo una notizia lanciata dalle agenzie iraniane, il presidente Rohani ha affermato che ci sono “segnali tangibili” che l'Iran sta “uscendo” dalla recessione economica; in un incontro a Tehran con i manager delle banche pubbliche e private della Repubblica Islamica, Rohani ha aggiunto che ci sono segnali “molto promettenti” . “E' evidente - ha aggiunto - che il paese sta vivendo una fase di crescita economica e che gradualmente sta uscendo dalla recessione”.

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